È disponibile il numero 376 del periodico Diorama letterario. In calce l’indice e incipit dei contributi.
IL PUNTO
– Giochi sporchi (Marco Tarchi)
OSSERVATORIO
– Il tempo degli Stati-civiltà. Verso un nuovo Nomos della Terra (Alain de Benoist)
– Sì, la democrazia (Alain de Benoist)
– Un altro sionismo è possibile? (Giuseppe Giaccio)
– Ma dove dovrebbero mai andare a vivere i palestinesi di Gaza? (Eduardo Zarelli)
«I tragici eventi che ripropongono la questione palestinese come ferita aperta della contemporaneità non possono essere compresi alla luce della indignazione morale – peraltro a geometria variabile ed orientata alla bisogna dai mezzi di comunicazione dominanti – non fosse altro che ogni singolo episodio è frutto di un percorso storico sedimentato in cui un odio viscerale si è accumulato nei decenni pronto a esplodere in ogni occasione. Disse a suo tempo con inusuale schiettezza Giulio Andreotti: «Ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista». La condanna del coinvolgimento di civili inermi (da una parte come dall’altra) non muta la genealogia, dove questi atti sanguinari sono il risultato di una vicenda fattuale che ha una concatenazione causale e responsabilità esplicite. Comprendere non significa giustificare, ma questa distinzione cruciale è colpevolmente assente nella resa ideologica e faziosa oggi prevalente.»
– Immigrazione, chi vince e chi perde (Giuseppe Giaccio)
– In cerca di Impero? (Hervé Juvin)
– Brevettabilità del vivente. Verso una Grande Sostituzione della natura? (Guillaume Travers)
IDEE
– Marco Meneguzzo, Il capitale ignorante (Massimo Virgilio)
– Bernard Charbonneau, Il giardino dui Babilonia (Leonardo Zocca)
– Jacques Ellul, Propaganda (Eduardo Zarelli)
«La propaganda non può accontentarsi di un mezzo risultato, in quanto non tollera il confronto dialogico; nella sua stessa essenza essa esclude la contraddizione e ogni tipo di indipendenza, tutto deve essere ricondotto a quello schema unico di azione che trova in sé stessa il suo fine e che non si giustifica se non nel momento in cui la totalità delle persone finisce per parteciparvi. In effetti, vi è il venir meno delle capacità critico-cognitive: non è la popolazione incolta la più prona, ma i ceti detti “riflessivi” che perfettamente introiettano – con falsa coscienza – i simboli stereotipati del sistema vigente.»
SCIENZE SOCIALI
– Carlo Galli, Ideologia (Silvano Poli)
– Spartaco Pupo, Oicofobia (Manlio Triggiani)
– Jason Brennan, Contro la democrazia (Silvia Forzini)
– Cristian Leone, La via al socialismo di Sorel (Claudio Capo)
STORIA
– Roberto Pertici, E’ inutile aver ragione (Michele Del Vecchio)
FILOSOFIA
– Carl Gustav Jung, Sincronicità come principio di connessioni acausali (Alberto Giovanni Biuso)
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