«Una delle figure più singolari della storia mongola fu il barone Roman Nikolaus Fyodirovich von Ungern-Sternberg, un ufficiale russo bianco disertore che credeva di essere la reincarnazione di Gengis Khan e di essere destinato a ricostruire l’impero dei signori della guerra mongoli. I contemporanei hanno tracciato un bel ritratto del barone von Ungern-Sternberg, più tardi ribattezzato “il barone pazzo”, descrivendolo come un uomo dall’aspetto tormentato, con uno sguardo da psicotico sempre pronto a fissarsi sulle persone e gli occhi “simili a quelli di un animale in una grotta”. Il barone aveva un tono di voce acuto e la sua fronte sporgente era segnata da un’enorme cicatrice di arma da taglio, sotto la quale le vene si gonfiavano ogniqualvolta qualcosa lo faceva agitare. […]
Alla testa della sua personale armata di pazzi, che comandava col pugno di ferro, Roman von Ungern Sternberg – il barone nero, Ungern Khan – negli anni della rivoluzione galoppava verso il sogno folle di una restaurazione monarchica e teocratica dall’Asia all’Atlantico e della riscossa contro l’orda bolscevica».
(F. Mosso, Ungern, l’ultimo Khan, da “Dissipatio”: https://www.dissipatio…)
Federico Mosso nasce a Torino; lavora in una multinazionale per sopravvivere e scrive per vivere; con Gog Edizioni ha pubblicato «Il Club degli Insonni» (2018) e «Ho ucciso Enrico Mattei» (2021).
Il barone Roman Nicolaus von Ungern-Sternberg, in russo: Roman Fëdorovič Ungern fon Šternberg, noto anche come il Barone Nero, il Barone Pazzo, il Barone Sanguinario e Ungern Khan, è stato un generale e signore della guerra russo di origine tedesca. Fu dapprima luogotenente-generale russo e uno dei capi delle truppe bianche durante la guerra civile russa. Successivamente tentò di creare una monarchia lamaista indipendente in Mongolia e nei territori ad est del lago Bajkal.
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