È disponibile il numero 379 del periodico Diorama Letterario. In calce i contenuti e incipit del contributo di Eduardo Zarelli.
IL PUNTO
Stato di eccezione (Marco Tarchi)
LABORATORIO
Le opinioni di Alain de Benoist: Sulla metapolitica; Il terzo escluso.
FOCUS
L’economia e gli spiriti animali (Giuseppe Giaccio)
OSSERVATORIO
Contro la precarietà (Guillaume Travers)
Il mito della smaterializzazione (Guillaume Travers)
ANALISI
Per i neo-maccartisti, chi discute è un rossobruno; Gli esorcisti del mondo antico destra-sinistra; La Giorgia “decisionista” deve imparare a mediare; Così Leoni sabota la “sorella” Le Pen (Marco Tarchi)
L’INTERVISTA
(a Marco Tarchi): Sul governo di Giorgia Meloni; Conte e la “scuola dei rossobruni”; Salvini gioca a destra. Pd-Cinque Stelle uniti? Ci perde Conte; Ultradestra in Germania. Meloni e Salvini, pericolo fascista?; Meloni ha vinto, ma il neofascismo ha perso: in merito al libro Le tre età della fiamma; Sulla questione palestinese
SCIENZE SOCIALI
Pièces et Main d’Oeuvre: Manifesto degli scimpanzè del futuro (Leonardo Zocca)
Marino Ruzzenenti e Giordano Mancini: Ecologia e autarchia (Edoardo Zarelli)
IDEE
Victoria De Grazia: L’impero irresistibile. La società dei consumi americana alla conquista del mondo (Franco Franzi)
Nikolaj Trubeckoj: L’Europa e l’umanità (Andrea Virga)
LETTERATURA
Ernst von Salomon: I soldati perduti (Marco Tarchi)
Incipit di Ecologia e autarchia a cura di Eduardo Zarelli:
L’origine storica nell’antica Grecia del termine autarkeia (autosufficienza), in filosofia assume rilievo etico e politico fondante nell’esprimere l’ideale dell’essere padroni di sé, come singoli così come comunità. Stimolante quindi la storia degli eventi più interessanti di autarchia ecologica, passati, presenti e possibili successivamente alla sindemia mondiale e con la guerra in Europa e Medio Oriente in corso, perché il suo scopo è di non far finta che è «andato tutto bene» e si tornerà come prima, ma aiutare a scoprire una via per un «futuro in cui nessuno potrà risolvere i nostri problemi al posto nostro». Nell’era della globalizzazione tutti i grandi avvenimenti che si producono in un posto o nell’altro del globo ci toccano allo stesso modo. E ci toccano tanto più in quanto la globalizzazione segna anche la fine di un assetto dato del mondo e l’inizio di una nuova configurazione in cui si fa labile il confine tra quello che è interno e ciò che è esterno, che Carl Schmitt definirebbe un nuovo “Nomos della Terra”. La domanda che oggi si pone, con un’acutezza che cresce ogni giorno, è la seguente: ci dirigiamo verso un mondo unipolare, che sarebbe inevitabilmente dominato dalla sola grande potenza, i declinanti Stati Uniti, o verso un mondo multipolare – un pluriverso – costituito da grandi insiemi geopolitici e da crogioli di civiltà continentali, Stati di civiltà, che potrebbero essere altrettanti poli di regolazione delle relazioni internazionali?
Autarchia è l’insieme di azioni che vengono praticate da un paese o da una comunità per approvvigionarsi dei beni materiali necessari utilizzando risorse disponibili sul posto. In generale si deve ricorrere a soluzioni autarchiche quando un paese o una comunità sono isolate, non possono o non vogliono scambiare merci e servizi con i paesi vicini. Questo si è verificato molte volte nella storia, ma anche la teoria economica – al netto di un conflitto aperto – ha saputo proporre forme alternative al libero scambio e agli idealizzati “vantaggi comparati” concepiti da David Ricardo. Lo Stato commerciale chiuso di Johann Gottlieb Fichte e il mercato autosufficiente di Friedrich List indicano ogni Stato come tale se ha – in sostanza – ciò che basta per garantire una vita adeguata; il resto consiste in bisogni indotti. L’idea di Fichte è garantire il primato della politica sull’economia: la globalizzazione è esattamente il trionfo di un’economia spoliticizzata in cui a decidere sono gli automatismi del mercato. Si pensi che nel suo saggio, La fine del laissez-faire, lo stesso John Maynard Keynes è assai esplicito: «Io inclino a credere che, una volta che il periodo di transizione sia compiuto, una certa dose di autarchia e di isolamento economico tra le nazioni, superiore a quello che esisteva nel 1914, può servire piuttosto che danneggiare la causa della pace».
Informazioni:
PREGO TUTTI COLORO CHE HANNO RINNOVATO L’ABBONAMENTO DI RECENTE SENZA COMUNICARMELO DI FARLO SUBITO, PERCHE’ DAL 9 AL 25 MAGGIO SARO’ ALL’ESTERO E, QUESTA VOLTA, NON POTRO’ OCCUPARMI DELLA CORRISPONDENZA (ogni risposta a messaggi che perverranno dal 9 in poi è rinviata al mio rientro).
Ricordate anche che tutti i bonifici bancari sul conto della rivista DEVONO ESSERE INTESTATI A MARCO TARCHI (provvisoriamente).
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